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Primavera di Praga: Appello della Presidenza del Comitato Centrale del Partito comunista cecoslovacco

A tutto il popolo della Repubblica socialista cecoslovacca 

Ieri 20 agosto 1968, intorno alle 23, gli eserciti dell’Unione sovietica, della Repubblica popolare polacca, della Repubblica democratica tedesca, della Repubblica popolare ungherese e della Repubblica popolare bulgara hanno varcato i confini di stato della Repubblica socialista cecoslovacca.

E’ accaduto senza che ne fossero informati il presidente della repubblica, il presidente del parlamento, il presidente del governo, il primo segretario del CC del PCCS e detti organi competenti. Nel mentre era riunita la presidenza del CC del PCCS, che si stava occupando della preparazione del XIV congresso.

La presidenza del CC del PCCS chiede a tutti i cittadini della nostra repubblica di mantenere la calma e di non opporsi alle truppe in arrivo, in quanto né il nostro esercito, né gli organi di sicurezza e la Milizia popolare hanno ricevuto alcun ordine di difesa. La presidenza del CC del PCCS ritiene questo atto in contrasto non solo con tutti i principi che regolano le relazioni fra gli stati socialisti, ma anche con le norme fondamentali del diritto internazionale.

Tutti i funzionari della dirigenza statale, del PCCS e del Fronte nazionale restano in carica nelle funzioni a cui sono stati eletti quali rappresentanti del popolo e membri delle proprie organizzazioni, secondo le leggi e le norme valide nella Repubblica socialista cecoslovacca. Le autorità statali hanno immediatamente indetto la riunione del parlamento, del governo, e la presidenza del CC del PCCS riunisce il plenum del CC del PCCS per affrontare la situazione.

Così commentava la “Pravda” moscovita nell’agosto ’68:

“Dirigenti di partito e di Stato della repubblica socialista cecoslovacca si sono rivolti all’URSS e agli altri paesi alleati, chiedendo di fornire al popolo cecoslovacco fratello un aiuto immediato, anche con l’ausilio delle forze armate… Le misure intraprese non sono dirette contro lo Stato… Esse servono alla pace e sono dettate dalla preoccupazione di rafforzarla”.

La “Lettera di invito”

La busta, con la dicitura “non aprire senza il mio permesso – K. Cernenko” e contenente i due originali delle lettere è stata scoperta nel 1992 dal professor Pichoja, dell’Archivio di Stato russo, che l’ha consegnata a El’cin.

Il riscontro dell’autenticità si è potuto effettuare a Mosca solo nel 1992, da parte degli esperti della Criminalpol federale ceca alle direttive del sostituto procuratore Nechanicky. La prima lettera, siglata da 5 persone, è stata scritta in russo su una macchina da scrivere di marca “Consul” fabbricata negli anni 1965-72.

La seconda lettera, in ceco, è firmata dal solo Antonin Kapek e indirizzata all'”egregio compagno (Breznev)”. Secondo Petr Selest, all’epoca della Primavera funzionario sovietico e membro del politburo del PCUS, esisterebbe una terza lettera a Breznev, scritta in russo e sottoscritta da una ventina di persone.

“Egregio Leonid Il’ic (Breznev),
ci rivolgiamo a Lei con la seguente dichiarazione, consapevoli della grave responsabilità che ci assumiamo. Il nostro processo democratico iniziato a gennaio e fondamentalmente positivo, la correzione degli errori e delle colpe commessi nel passato e dell’intera guida politica della società, stanno via via scivolando dalle mani del comitato centrale del partito.

La stampa, la radio e la televisione, che sono praticamente in balia delle forze di destra, hanno influenzato l’opinione pubblica a tal punto che iniziano a inserirsi elementi ostili nella vita politica del nostro paese, senza che la società insorga. Creano ondate di nazionalismo e sciovinismo e suscitano la psicosi anticomunista e antisovietica. Il nostro collettivo – la gestione del partito – ha commesso una serie di errori. Non abbiamo saputo difendere e realizzare adeguatamente le norme marxiste-leniniste della vita di partito, soprattutto i principi del centralismo democratico.

La gestione del partito non è più in grado di difendersi adeguatamente dagli attacchi contro il socialismo, non è in grado di organizzare una resistenza né ideologica né politica contro le forze di destra. La stessa esistenza del socialismo nel nostro paese è minacciata.

Gli strumenti politici e di governo sono già in una certa misura paralizzati. Le forze di destra hanno creato condizioni favorevoli per il colpo di Stato controrivoluzionario.

In questa situazione ci rivolgiamo a voi, comunisti sovietici, rappresentanti guida del PCUS e dell’URSS, chiedendovi di appoggiarci ed aiutarci efficacemente con tutti i mezzi a vostra disposizione. Solo con il vostro aiuto si può salvare la Cecoslovacchia dal pericolo minaccioso della controrivoluzione.

Ci rendiamo conto che per il PCUS e per l’URSS questo passo estremo per la difesa del socialismo in Cecoslovacchia non è semplice. Per questo lotteremo con tutte le forze e con tutti i nostri mezzi.

Nel caso in cui le nostre forze e possibilità si esaurissero o non ottenessero risultati positivi, considerate questa nostra dichiarazione come una richiesta urgente di un’azione e di aiuto generale da parte vostra.

Tenendo conto della complessità e della pericolosità della situazione nel nostro paese vi chiediamo il massimo riserbo in merito alla nostra dichiarazione. Per questo vi abbiamo scritto direttamente in russo”.

Firmato: Indra, Kolder, Kapek, Svestka, Bil’ak