La Repubblica Ceca si è nuovamente posizionata tra le dieci economie più solide dell’Unione Europea, raggiungendo il nono posto nell’ultima edizione dell’Indice di Prosperità e Salute Finanziaria. L’ultima volta che il Paese aveva raggiunto una posizione così elevata era nel 2022, prima che l’inflazione elevata e altri fattori economici ne riducessero la performance.

Inflazione in calo e debito pubblico sotto controllo

Uno dei principali fattori dietro il miglioramento della posizione economica della Repubblica Ceca è stata la significativa riduzione dell’inflazione. Nel 2023, il tasso d’inflazione è sceso al 2,7%, un calo drastico rispetto al 15% registrato nel 2022. Questo riavvicinamento all’obiettivo della Banca Nazionale Ceca ha contribuito a rafforzare la stabilità economica del Paese, migliorando il potere d’acquisto dei cittadini e riducendo l’incertezza per le imprese.

Parallelamente, il debito pubblico ha mostrato segnali di miglioramento. Sebbene il debito nominale del settore pubblico abbia superato i 3.000 miliardi di CZK nel 2023, la crescita economica ha contribuito a ridurre il livello relativo del debito, che ora si attesta attorno al 42% del PIL. Questo dato pone la Repubblica Ceca tra i tre paesi meno indebitati dell’UE, con un rapporto debito/PIL nettamente inferiore alla media dell’Eurozona, che è quasi il doppio.

Secondo Martin Wichterle, proprietario del gruppo ingegneristico Wikov, “alcune aziende ceche stanno tornando a una proprietà nazionale, mentre cresce anche l’investimento delle imprese ceche all’estero. Di conseguenza, il capitale ceco si sta rafforzando, contribuendo a bilanciare la precedente fuoriuscita di profitti, migliorando così la posizione economica del Paese nel lungo periodo.”

Ostacoli alla crescita

Nonostante i progressi, la Repubblica Ceca deve ancora affrontare diverse sfide economiche. Secondo Tomáš Odstrčil del portale Europe in Data, “l’accessibilità abitativa e le preoccupazioni ambientali continuano a influenzare negativamente il punteggio complessivo della Repubblica Ceca,” limitando il potenziale di ulteriori miglioramenti nella classifica economica.

Un altro problema significativo riguarda la crescita economica. Secondo David Navrátil, capo economista di Česká spořitelna, “l’economia ceca non ha registrato una crescita significativa dal Covid-19. Attualmente, siamo all’80% del PIL della Germania, ma il nostro PIL per ora lavorata è solo il 60% di quello tedesco. Questo significa che i lavoratori cechi devono impiegare un 20% di tempo in più per compensare la minore produttività rispetto ai colleghi tedeschi.”

Un altro ostacolo alla crescita è il calo del **consumo pro capite** rispetto al potere d’acquisto. Dal 2019, questa percentuale è scesa dall’84% al 74% della media UE, indicando che il denaro ceco ha perso valore rispetto alla media europea.

Le prospettive per il 2025

Lo studio evidenzia inoltre che il valore aggiunto delle esportazioni ceche è il settimo più basso dell’UE, segnalando una forte dipendenza dal lavoro di assemblaggio piuttosto che dall’innovazione, dalla tecnologia e dall’expertise. Questo è un problema per la crescita economica di lungo periodo, poiché riduce il potenziale di valore aggiunto nel settore manifatturiero.

Se la crescita economica prevista per il 2025 si concretizzerà, ciò potrebbe avere un impatto positivo sul potere d’acquisto dei cittadini cechi e migliorare l’attrattività del paese per gli investitori stranieri. Tuttavia, per garantire una crescita sostenibile, sarà necessario aumentare la produttività del lavoro, investire maggiormente nell’innovazione e adottare politiche economiche favorevoli all’aumento del valore aggiunto nell’industria.