Porcellana ceca a Praga: La Cina serbò il segreto della porcellana per mille anni. Nel 1709, a Misnia, Johann E Böttger inventò la porcellana per la seconda volta e la Sassonia non riuscì a serbare il suo “arcanum” neanche per dieci anni.
Si racconta che il primo a svelarlo fu un agente militare segreto al servizio della corte austriaca il quale poi, a Vienna, fondò una propria manifattura della porcellana, che più tardi dovette vendere per debiti allo stato.
Durante il XVIII secolo però la produzione della porcellana divenne un segreto pubblico e nuove officine nascevano in Germania, Inghilterra e Francia.
In Austria, la manifattura viennese della porcellana ebbe il monopolio per lunghi anni. Proprio per questo motivo in Boemia la fondazione di fabbriche di porcellana venne vietata per diversi decenni.
La prima manifattura di porcellana ceca venne fondata a Horní Slavkov solo nell’anno 1792. I proprietari erano Lippert e Haas. La licenza che ottennero da parte degli uffici statali aprì un varco nel divieto di produrre porcellana in Boemia.
Dieci anni più tardi erano già in piedi le fabbriche di porcellana a Klášterec nad Ohří, Březová, Kysibl (l’odierno comune Stružná), Dalovice, Stará Role e Chodov. L’ultima delle grosse manifatture di porcellana della fase primordiale fu quella aperta nel 1815 a Loket. Da allora la Boemia occidentale è diventata per sempre il centro della produzione ceca di porcellana.
Durante il XIX secolo alcune di queste fabbriche raggiunsero un’ottima produzione e molti prodotti vengono a buon diritto considerati opere d’arte.
Tutto sommato la loro intera produzione, fino all’inizio del XX secolo, desta tuttora il vivo interesse dei collezionisti. In questa prima fase la porcellana cercava la propria affermazione e contemporaneamente restava un tipo di merce costoso e prezioso.
Nelle manifatture lavoravano decoratori, pittori di porcellana ed a volte anche scultori. Anche per questo motivo i prodotti erano soprattutto ornamentali, anche se potevano avere un valore applicato.
Tutt’altro che raramente i vasi, le custodie e le figure di porcellana erano destinati per essere inviati a varie esposizioni internazionali, o nelle residenze aristocratiche ed anche nei saloni dell’alta borghesia quali oggetti decorativi.
Le manifatture ceche di porcellana avviarono la loro produzione all’inizio del XIX secolo, quando l’Europa era dominata da Napoleone ed il gusto dell’epoca dal classicismo imperiale, ovverosia dallo stile impero.
Era uno stile ostentatamente di rappresentanza ed austero, che copiava gli esempi dell’antichità. All’epoca venivano ad esempio prodotte brocche a forma di colonne antiche, vasi che ricordavano anfore ed anche alte tazzine cilindriche. E fu proprio la tazzina che alla fine diventò il simbolo della produzione di porcellana del XIX secolo.
Le forme delle tazzine, la cangiante modellazione dei loro manici, il decoro plastico e la pittura che venivano usati su questo tipo di merce, oggigiorno di produzione industriale, erano un eloquente riflesso della loro epoca. Registravano il gusto, la moda, ma anche i cambiamenti sociali e politici, il diverso livello di prosperità economica ed infine anche lo sviluppo industriale.
Le tazzine cilindriche in stile impero ben presto cominciarono ad allargarsi a forma di campane ed il loro manico che le sovrastava man mano acquisiva la forma di una esse, infine si attorcigliò a spirale a forma di serpente.
Quando l’evoluzione della forma a campana raggiunse il suo apice, fece la sua apparizione la tazzina paffuta – a botte, semi-botte, uovo o mezza sfera, su un sottile gambo tenuto da un largo piedistallo. I sotto-tazza erano larghi e molto più profondi di quanto non sia abituale oggigiorno.
La pittura sulla tazzina e sul sotto-tazza doveva essere una piccola opera d’arte, per questo alcune officine si specializzarono nel decoro, come per esempio la fabbrica di porcellana a Kysibl. Dopo la caduta di Napoleone venne il periodo del romanticismo e del secondo rokokò.
Si potrebbe dire che in quest’epoca sia la malleabile porcellana, sia le preferenze di gusto borghesi, trovarono un punto in comune nei tenui colori pastello e nei “fronzoli”. In quel periodo erano molto amate per esempio le tazzine di Loket ornate da mazzi di fiori a rilievo in miniatura. Il rokokò borghese rappresenta il periodo culminante della porcellana ceca.
Ciascun prodotto vide il tocco dello scultore ed il pennello del pittore, sicché in questo caso possiamo parlare di una vera e propria produzione artistico-industriale.
Solamente i ceti sociali agiati si potevano permettere questo tipo di prodotti. La rottura ebbe luogo alla fine del XIX secolo quando le manifatture diventarono vere e proprie fabbriche.
I pittori vennero sostituiti dalla serigrafia e dalla decalcomania, gli scultori-modellatori dalle forme in cui venivano pressati i prodotti.
Un buon negozio di porcellana a Praga si trova a Jugoslávská 16 Praha 2, il Dumporcelanu