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Pasqua e Primo Maggio 2025: Praga tra turismo, euro e identità culturale

Durante il lungo ponte tra Pasqua e Primo Maggio 2025, Praga è stata invasa da una marea di turisti provenienti da tutta Europa. Le celebrazioni pasquali si sono svolte dal 18 al 21 aprile, con la città animata dai colorati mercatini pasquali che hanno offerto artigianato tradizionale, cibo locale e spettacoli folkloristici.

Code di due ore sono state segnalate per accedere ai principali monumenti, come il Cimitero Ebraico, oggi splendidamente restaurato. Rispetto all’epoca del regime comunista, le lapidi sono pulite, curate e il turismo ha restituito vita a luoghi prima immersi nel silenzio e nell’oblio.

Turismo e regole: fine dei tour alcolici

Nonostante l’euforia, Praga ha deciso di vietare i famosi “pub crawl” notturni dal novembre 2024. L’obiettivo è frenare il cosiddetto turismo alcolico, che negli anni aveva causato problemi di ordine pubblico nei quartieri centrali. Le autorità promuovono ora un turismo più culturale e sostenibile, che valorizzi il patrimonio storico della città di Kafka.

Il rapporto complesso con l’Europa

Nonostante l’appartenenza all’Unione Europea, i cechi mantengono una posizione critica nei confronti di Bruxelles. Il Presidente Petr Pavel, nel suo discorso di Capodanno 2025, ha ribadito che l’adozione dell’euro porterebbe benefici economici al Paese. Tuttavia, il governo non ha ancora fissato una data per l’ingresso nell’eurozona e l’euro non è all’ordine del giorno.

Il dibattito rimane acceso: mentre le élite economiche, come Karel Havlíček, mettono in guardia sul rischio di crisi valutaria in caso di speculazioni, una buona parte della popolazione resta legata alla corona ceca come simbolo di sovranità economica. Gli euro-scettici sono numerosi e il ricordo delle “interferenze” dell’UE sul gulasch nazionale è ancora vivo nella memoria collettiva.

Economia ceca nel 2025: segnali di ripresa

Secondo le previsioni della Commissione Europea, il PIL della Repubblica Ceca è cresciuto dello 0,9% nel 2024 e si prevede un +1,4% nel 2025. Il tasso di disoccupazione è tra i più bassi dell’UE, con un valore stabile al 2,6%, anche se persistono disuguaglianze regionali e settoriali.

Restano però criticità: la dipendenza da fondi UE, la difficoltà a sfruttare pienamente i finanziamenti europei e il ruolo dominante degli investitori tedeschi in settori strategici dell’economia ceca. In ambito lavorativo, molti cechi non sono disposti a occupare ruoli manuali, lasciando spazio a immigrati slovacchi e ucraini impiegati in edilizia e nella grande distribuzione.

Il rapporto con la Slovacchia

A più di 30 anni dalla divisione pacifica della Cecoslovacchia (1993), persistono sentimenti di confronto economico e culturale con la Slovacchia. Quest’ultima ha adottato l’euro ed è entrata nella zona euro nel 2009, ma ha ancora un reddito medio inferiore del 20% rispetto alla Repubblica Ceca.

Malgrado le previsioni di fallimento economico fatte nel 1992, la Slovacchia si è stabilizzata e integrata con successo nella UE e nella NATO. Tuttavia, l’identità ceca resta saldamente ancorata alla corona, alla lingua e a un forte senso di indipendenza culturale.

Conclusioni

Nel 2025, Praga è più che mai una città viva e in trasformazione. Il contrasto tra turismo di massa e protezione del patrimonio culturale, tra apertura all’Europa e difesa della sovranità nazionale, rende la capitale ceca un osservatorio privilegiato per comprendere le dinamiche dell’Europa centrale.

Dalle code ai musei alle discussioni sul futuro economico, la città racconta una storia in bilico tra passato e futuro. Una meta da visitare, da esplorare, ma anche da capire a fondo.