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Birra ceca: I Cechi già da alcuni anni detengono un record mondiale nel consumo della birra per persona. Secondo le statistiche, il maggior consumo di birra è stato raggiunto nel 1992 (pochi anni dopo la caduta del Muro): 167 litri pro capite. Da quell’anno il consumo di birra sta lentamente scendendo. Ma i Cechi rimangono sempre in testa alla classifica. 

Li potrebbe raggiungere soltanto l’Irlanda e la Germania (in Italia vengono consumati circa 30 litri pro capite). Oltre ad essere campioni nel consumo di birra i Cechi possono vantarsi di poter bere ogni giorno dell’anno un tipo di birra diverso.

In Repubblica Ceca sono registrati complessivamente 475 marchi di birra. Aumenta anche il numero di micro birrifici e di ristoranti con annesso il birrificio.

E’ in continuo aumento l’esportazione della birra ceca all’estero che negli ultimi 5 anni si è addirittura quintuplicata. Dei 16 milioni di ettolitri di birra prodotta in Repubblica Ceca 3 milioni sono stati venduti all’estero.

Il 40 percento di birra esportata ha come destinazione la Germania. Al secondo posto troviamo la Slovacchia e la Gran Bretagna.

Il maggior esportatore è come sempre Plzeňský Prazdroj (Pilsner Urquell). Il secondo esportatore è la praghese Staropramen, il terzo Budějovický Budvar. Va però detto che questi grandi colossi sono ormai nelle mani di alcune grosse multinazionali o comunque non più di proprietà ceca (non il Budějovický Budvar che è un’azienda statale).

Per fortuna resistono ancora molti piccoli e medi birrifici come Bohemia Regent e Bernard che si concentrano soprattutto sul mercato locale ma negli ultimi anni anche sull’esportazione dei loro prodotti.

La produzione di birra contribuisce anche allo sviluppo di altri settori come il turismo, i trasporti, ma soprattutto l’agricoltura. Questo perché la qualità della birra non dipende solo dalle tecniche e dalle capacità dei mastri birrai ma anche dalla qualità del luppolo e dell’orzo locali che fanno della birra Ceca un prodotto veramente unico.

Il merito indiscusso della ceca Pilsner Urquell? Aver inventato lo stile pils che ha rivoluzionato le birre lager. Procedendo con ordine, fino alla prima metà dell’Ottocento le birre a bassa fermentazione (le lager) erano torbide a causa dei lieviti in sospensione. Ma nel 1842 un mastro birraio tedesco ideò nella città di Pilsen, nell’allora Boemia, una tecnologia che permise di utilizzare il calore indiretto per tostare il malto e far precipitare i lieviti. Il risultato? Una birra leggera, dal gusto pulito e amarognolo, incredibilmente bionda e chiara.

Letteralmente, il nome Pilsner Urquell significa “l’originale di Pilsen”. E se da un lato definisce che questa birra è l’antesignana delle pils, dall’altro identifica ancora oggi una birra unica per gusto e aroma. Il merito? Va senza dubbio alle straordinarie materie prime utilizzate dall’omonima birreria: l’orzo della Moravia, il luppolo Saaz e l’acqua purissima (senza un briciolo di calcare), proveniente dalle sorgenti locali. 

Appena versata, la Pilsner Urquell si presenta di un bel colore dorato brillante, sormontato da una schiuma abbondante e densa. Portandola al naso si coglie l’aroma del malto, accompagnato da note floreali, ma soprattutto dal profumo erbaceo del luppolo Saaz. Assaporandola si percepisce il suo gusto unico: un mix di amaro e di dolce (per il malto), con finale fresco e leggermente astringente (grande questo luppolo!). Sapori che permangono a lungo in bocca e che si rinnovano in modo meraviglioso a ogni nuovo sorso.

Pilsner Urquell va servita alla temperatura di 7° C. nel calice piccolo a tulipano. A tavola si può abbinarla a diverse ricette. C’è chi la consiglia con la frittura di pesce, chi con la carne affumicata di maiale. Noi vi suggeriamo di gustarla da sola, possibilmente in silenzio per non distrarre alcun senso dall’esperienza di assaporare la prima pils al mondo.

La birreria Pilsner Urquell, in ceco Plzensky Prazdroj, deve la sua fama e fortuna all’invenzione della birra pils. Un successo immediato, perché già nel 1865 la sua birra era servita nei locali di Vienna e tre anni più tardi in quelli di Parigi. Nel 1874 arrivò la consacrazione definitiva con l’esportazione negli Stati Uniti. All’inizio del ‘900 la birreria produceva qualcosa come un milione di ettolitri all’anno. Oggi le cose sono cambiate e la birreria non è più il colosso d’inizio secolo. Ma per nostra fortuna il gusto della birra di Pilsen non è mai cambiato.

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