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Praga, omaggio a Palach si tramuta in protesta contro presidente
Zeman accusato di essere “strumenti di propaganda Cremlino”  
Praga, 19 gen.  – La fiaccolata organizzata a Praga per celebrare il 46 esimo anniversario del sacrificio di Jan Palach – lo studente cecoslovacco immolatosi col fuoco per protestare contro l’invasione sovietica della Cecoslovacchia nel 1968 – si è trasformata in una protesta contro il presidente Milos Zeman, accusato di essere filo russo.

Alcune centinaia di cittadini hanno sfilato dalla tomba di Palach, nel cimitero di Praga Olsany, sino alla Piazza Venceslao, il luogo dove il giovane, il 16 gennaio del 1969 compì il suo gesto estremo, per poi morire tre giorni dopo, fra atroci sofferenze, in una clinica per grandi ustionati.

La manifestazione, svoltasi ieri sera al tramonto, nella triste atmosfera della Praga invernale, era intitolata Nevyhasneme! (Non ci spegneremo). Quasi tutti reggevano significativamente fra le mani delle fiaccole e dei lumini funebri.

I partecipanti, soprattutto universitari, hanno così colto l’occasione per protestare contro la politica del capo dello stato, Milos Zeman, “il quale non è altro che uno strumento della propaganda del Cremlino nel nostro paese” ha detto uno dei giovani alla testa del corteo. Nel mirino soprattutto le ricorrenti prese di posizione presidenziali sulla crisi russo/ucraina, durante le quali Zeman ha spesso colto l’occasione per sottolineare le ragioni di Vladimir Putin, prendendosela non solo contro Kiev, ma anche contro la Ue e gli Stati Uniti.

“Una delle richieste avanzate da Palach nel 1969, quando si diede fuoco, era proprio quella di fermare la propaganda sovietica nel nostro paese. E’ assolutamente riprovevole che ora sia proprio il nostro Presidente a farsi portatore e a difendere la politica imperialistica del Cremlino” l’opinione di Lenka, studentessa della Università Carlo di Praga, facoltà di Filosofia, proprio quella frequentata da Palach.