Quella fra Amazon e la Germania sembra una storia nata male e che ora potrebbe finire peggio. Il trattamento salariale che la società di Jeff Bezos prevede per i dipendenti tedeschi non soddisfa i palati teutonici. Anzi, fa discutere.
E dopo quasi un anno di passione, culminato in scioperi e inchieste giornalistiche sulla qualità della vita dei dipendenti Amazon, adesso il colosso di San Francisco starebbe pensando di chiudere tutto e andare altrove. In Polonia e Repubblica Ceca, più precisamente. Una decisione clamorosa, ancora solo spifferata.
Ma fonti vicine all’azienda confermano. Il passo è vicino. Già dal prossimo anno Amazon potrebbe aprire il primo hub est europeo.
Un colosso da diecimila dipendenti
Andiamo con ordine. Amazon in Germania è presente in modo massiccio. Otto centri logistici, due centri per l’assistenza clienti e la base di Monaco di Baviera. Un colosso industriale da circa diecimila dipendenti, molti dei quali arrivati in Germania dall’estero, in cerca di fortuna. Giovani provenienti da mezz Europa per un posto di lavoro.
Ma la qualità della loro vita ha sempre fatto discutere: alloggi scomodi (sei persone per stanza), salari non adeguati, orari lavorativi disumani, trattamenti non degni di un paese civile, guardie giurate vicine agli ambienti nazisti. Nel febbraio scorso scoppiò il caso, e Amazon finì nel mirino della critica.
A circa otto mesi di distanza, di cose ne sono successe. Intanto Jeff Bezos ha acquistato il Washington Post, scucendo dal bilancio 250milioni di dollari. Mentre in Germania la situazione è precipitata, e i dipendenti hanno incrociato le braccia in più di un’occasione. Una situazione che non pare essere piaciuta a quelli di San Francisco, pronti a fare i bagagli.
Occhi puntati a Est
Bezos è deciso a puntare verso Est. Polonia e Repubblica Ceca sarebbero i Paesi ideali: basso costo della mano d’opera, presenza sindacale ridotta, burocrazia meno asfissiante. Un affare, per Amazon. Il progetto, come anticipa il quotidiano “Puls Biznesu”, avrebbe un costo di circa 60 milioni di euro, ammortizzabili negli anni grazie a un costo del lavoro decisamente inferiore rispetto a quello tedesco.
Mega capannoni da centomila metri quadri da far nascere in Polonia, nelle città di Wroclaw e Poznan, e poi in Repubblica Ceca, nelle vicinanza dell’aeroporto di Praga. Almeno seimila posti di lavoro che verrebbero sottratti al mercato tedesco, evidentemente troppo esigente per i gusti di Bezos.