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Repubblica Ceca: fine dell’era comunista e nuova direzione politica

Le elezioni parlamentari dell’8–9 ottobre 2021 hanno segnato un momento storico per la Repubblica Ceca. Per la prima volta dal secondo dopoguerra, il Partito Comunista di Boemia e Moravia (KSČM) è rimasto fuori dalla Camera dei Deputati, non riuscendo a superare la soglia di sbarramento del 5%.

Questo risultato ha chiuso simbolicamente un capitolo lungo oltre 70 anni: dai decenni di regime totalitario sotto l’influenza sovietica, al difficile percorso democratico avviato dopo la Rivoluzione di Velluto del 1989.

Il nuovo volto della politica ceca

A guidare il nuovo governo è stato nominato Petr Fiala, leader dell’alleanza di centrodestra Spolu (“Insieme”), che ha vinto con il 27,8% dei voti. La coalizione è composta da tre partiti: ODS, TOP 09 e KDU-ČSL.

Ha superato di misura ANO, il partito populista fondato dal miliardario Andrej Babiš, al potere fino ad allora, e oggi all’opposizione. La terza forza politica è l’alleanza liberale Pirates and Mayors (PirStan), con un forte sostegno tra i giovani e le aree urbane.

Un Parlamento senza sinistra storica

Oltre al KSČM, anche i Socialdemocratici (ČSSD), protagonisti della scena politica post-1989, non sono riusciti a entrare in Parlamento. Una doppia esclusione che ha ridefinito l’assetto politico ceco, spostandolo verso nuove forze riformiste e liberali.

Questo scenario riflette una crescente sfiducia dell’elettorato nei confronti dei partiti storici, penalizzati da scandali di corruzione, incertezze ideologiche e un generale senso di disillusione. L’emergere di movimenti come ANO e PirStan ha intercettato il voto di protesta e la domanda di rinnovamento.

Il ruolo (non più decisivo) del presidente Zeman

Il presidente uscente Miloš Zeman, noto per le sue posizioni filorusse e per aver sostenuto in passato un’alleanza tra socialdemocratici e comunisti, ha dovuto accettare la nuova maggioranza parlamentare. Il suo mandato è terminato nel 2023 ed è stato sostituito dal generale Petr Pavel, attuale Presidente della Repubblica, ex ufficiale NATO ed europeista convinto.

Conclusione: il passato che sfuma, il futuro che avanza

Il tramonto politico del KSČM rappresenta un passaggio epocale per la Repubblica Ceca. Non solo perché scompare dal Parlamento uno degli ultimi partiti comunisti non riformati d’Europa, ma anche perché si chiude definitivamente la stagione dei compromessi post-socialisti. La nuova leadership guarda all’Europa, alla trasparenza e alla digitalizzazione.

Praga oggi non è più teatro di nostalgie ideologiche, ma laboratorio di rinnovamento democratico nell’Europa centrale.